In un angolo della piazza Colin aspettava Chloé. La piazza era rotonda e c’erano una chiesa, dei piccioni, un giardinetto pubblico, delle panchine, e, dall’altro lato, automobili e autobus che correvano sull’asfalto. Anche il sole aspettava Chloé, ma lui poteva anche divertirsi a fare le ombre, a far germogliare dei semi di fagiolo selvatico e negli interstizi più appropriati, a far sbattere le persiane e a far morire di vergogna un lampione che era stato acceso da un operaio dell’Azienda elettrica soltanto per incoscienza.
(Boris Vian, La schiuma dei giorni, ed. Marcos y Marcos, Milano 2019)